Gli orologi da donna esistono! Non sono una leggenda metropolitana! Sto scherzando ma neanche tanto, perchè quando si pensa ad un orologio da polso viene in mente il maschio. Come se la femmina fosse immune al fascino dei segnatempo. Quando si parla di orologi si pensa insomma ad un articolo indossabile soprattutto da un uomo, come se quest’ultimo fosse l’unico ad avere la prerogativa di avere al polso un orologio. Non è così! Non si può negare che oggi le aziende orologiere costruiscano soprattutto orologi destinati al pubblico maschile. Questo perchè si tratta del più importante gioiello che l’uomo può indossare per valorizzare il proprio aspetto e per manifestare il proprio status sociale. La donna può indossare orecchini, braccialetti, collane ed altro. L’uomo, a parte qualche bracciale e collanina, può indossare soltanto l’orologio da polso. Se è innegabile che la grande orologeria contemporanea, soprattutto quella di molto “tecnica” o costosa, sia destinata particolarmente al pubblico maschile. I segnatempo pensati per le donne, le collezioni di orologi da donna insomma, sono più orientati all’estetica fino a diventare un gioiello. Poco importa quanto è funzionale l’orologio da donna da polso. L’importante è che sia elegante, realizzato magari con materiali preziosi, che si avvicini insomma il più possibile ad un gioiello da indossare. Gli orologi da uomo militari, da aviatore, da sub, sono una prerogativa quasi esclusivamente maschile, poco curati nel design ma ricchi di utili funizionalità. Le Case Orologiere però non erano sempre così orientate verso il target maschile. Fino al ‘700 infatti l’orologio era un articolo prezioso indossato unicamente dai più ricchi, quale creazione di prestigio e di utilità pratica. Gli orologi ad anello ad esempio, nel Cinquecento venivano indossati indifferentemente da uomini e donne. Nel 600 i nobili li indossavano, a volte addirittura due, al di sopra dei vestiti, appesi al collo o alla cintura con una catenella. Poi finalmente nel 700 la nobiltà poteva finalmente contare su orologi non più solo esteticamente belli e realizzati con materiali preziosi, ma anche affidabili e precisi. I migliori maestri orologiai infatti erano ormai capaci di costruire segnatempo di grandissima qualità. Alla fine del secolo Breguet, un grande mastro orologiaio, condizionò in modo determinante tutta l’orologeria futura, grazie alle sue creazioni che concentravano in sé tutte le invenzioni precedenti e quelle messe a punto da lui. Per la sua cliente più importante, la regina Maria Antonietta, realizzò l’antenato dei moderni orologi automatici, il modello “perpetuo” n. 46, ed il “Maria Antonietta”, orologio Breguet n. 160. Il secondo non fu mai visto dalla Regina, che morì molto prima. Nell’800 all’Esposizione Universale di Parigi venne presentato il primo orologio economico della storia. Gli orologi iniziarono a differenziarsi. Gli orologi da donna mantenevano una forte componente esteriore ed erano gioielli da indossare che variavano in base alla moda. Venivano portati appesi alla cintura, appeso al collo o fissato all’abito a mo’ di spilla, come gli altri gioielli. Si sperimentarono nuovi modi di portare gli orologi e nacquerò così, all’inizio del 900, i primi modelli a bracciale, precursori degli orologi da polso. E’ dunque innegabile che i primi orologi da polso siano stati orologi da donna, complice anche una certa resistenza del mondo maschile ad accettare i nuovi modelli da allacciare al polso. Questa resistenza non era dovuta tanto al fatto che gli orologi da polso erano considerati dagli uomini un oggetto femminile, quanto al fatto che per gli uomini era più importante che gli orologi funzionassero in modo preciso ed affidabile e pertanto conservandoli nella tasca c’erano meno rischi di urti o che umidità, calore, freddo e polvere ne danneggiassero la meccanica. Furono le esigenze belliche, e precisamente la necessità che venissero usati strumenti più agili e veloci da consultare, che spinsero i militari e successivamente tutti gli uomini del tempo, a prediligere gli orologi da polso. L’orologio da donna all’inizio del Novecento si preparava a vivere la sua stagione migliore. Negli anni 20 infatti la moda aveva concesso alle donne di vestire abiti che lasciavano scoperte le braccia. Esse potevano così essere decorate con meravigliosi gioielli ed ovviamente orologi. Le Case orologiere iniziarono a realizzare dunque gli orologi-gioiello più straordinari di tutti i tempi. Al posto degli orologi dalla forma rotonda vennero creati orologi con altre forme, come ad esempio rettangolare, a losanga e a botte. Orologio e gioiello erano ormai quasi la stessa cosa ma proprio la ricerca continua di nuove forme ed il gusto per il piccolo che spingeva a realizzare orologi di dimensioni sempre più ridotte, le case orologiere lavorarono per miniaturizzare i movimenti, fino al 1929 quando sui polsi delle donne iniziò a comparire il modello “Due Linee” di Jaeger-LeCoultre. Esso rappresentava una sfida importante dal punto di vista tecnico per i mastri orologieri e le case orologiere poiché conteneva il Calibro 101, il più piccolo movimento meccanico del mondo. L’orologeria femminile insomma ha avuto un ruolo fondamentale nella storia della misurazione del tempo. Dagli anni ’50 si fece strada il concetto di unisex, legato soprattutto al cambiamento dello stile di vita delle donne. Gli orologi femminili diventavano il corrispondente esatto di quelli maschili. Oggi le donne sono molto più interessate ai contenuti tecnici del proprio orologio da polso, nonostante l’estetica conservi ancora un ruolo importante. Oggi il panorama dell’orologeria femminile è piuttosto complesso, poiché gli orologi da donna si dividono in orologi-gioielli ed orologi funzionali. Ormai il periodo in cui l’orologio da donna dipendeva dall’orologio da uomo è superato, poiché le donne possono scegliere in totale libertà di indossare un orologio maschile, un orologio da donna funzionale o un orologio-gioiello senza alcun timore di vedere le loro scelte criticate o osteggiate.